Vegetazione del pascolo equino – quali piante velenose ed erbe ci sono?
Durante l’estate i pascoli possono costituire una fonte completa di nutrienti per alcuni cavalli, motivo per cui la diversificazione delle erbe presenti nel prato è molto importante. Per ottenere un pascolo altamente nutritivo, il gestore della scuderia dovrebbe selezionare una semenza specificamente ideata per l’alimentazione equina. Inoltre, i proprietari dei cavalli dovrebbero avere delle conoscenze di base riguardo le diverse erbe e le piante velenose.
Erbe importanti per il pascolo equino
Un buon pascolo equino dovrebbe essere ricco di gustose, resistenti erbe a crescita rapida e deve fornire una quantità sufficiente di foraggio. Le piante erbacee più basse crescono propagandosi in larghezza, hanno degli steli corti e creano una cotica erbosa davvero robusta, addirittura in grado di proteggere il terreno dal calpestio dei cavalli. Le piante erbacee più alte sono invece principalmente una fonte di nutrienti.
Le seguenti erbe sono ideali per i pascoli equini:
- loietto perenne (fitta corica erbosa, resistente al calpestio e al pascolamento, molto gustoso)
- erba fienarola (resistente al calpestio, molto gustosa)
- festuca rossa (riempitivo, cresce anche in condizioni sfavorevoli)
- erba timotea (ricca di nutrienti, molto gustosa)
- festuca dei prati (resistente al freddo)
- erba mazzolina (povera di fruttani, resistente alla siccità, gustosa)
- < 20 % trifoglio bianco (riempitivo, ricca fonte di proteine)
- erbe locali (piantaggine, ortica, cardo mariano, tarassaco, carota selvatica)
Loietto perenne: è davvero l’erba ideale per i cavalli?
Sebbene il loietto sia particolarmente ricco di fruttani, esso viene comunque seminato spesso nei pascoli equini. Questo perché il loietto è molto resistente al calpestio e agli agenti atmosferici. Il frequente pascolamento, il calpestio e la siccità non hanno infatti alcun tipo di impatto su questa durevole pianta erbacea. Essa è dunque in grado di soddisfare i severi requisiti di un pascolo equino.
Tuttavia, non è un caso che questa erba sia così resistente. I cosiddetti endofiti aiutano infatti il loietto a sopravvivere. Si tratta di funghi e batteri che agiscono in simbiosi con la pianta e, in caso di stress, aiutano l’erba a difendersi dalla pascolazione eccessiva, dalla siccità e dai parassiti grazie alla produzione di tossine. Esse possono essere dannose per la salute del cavallo, specialmente per i cavalli affetti da malattie metaboliche. Tuttavia, gli endofiti rappresentano un pericolo per il cavallo solamente quando l’erba è sottoposta a stress. Per evitare questo problema, bisogna prendersi cura del pascolo come segue:
- ruotare i pascoli per tempo, non lasciare che i cavalli pascolino fino alla cotica erbosa
- adeguare il numero di cavalli alla superficie pascolabile disponibile
- concimare i pascoli in primavera
- evitare di portare i cavalli al pascolo quando il terreno è bagnato, così da prevenire la formazione di aree vuote o troppo calpestate
È pertanto sconsigliato lasciare al pascolo dei cavalli a dieta o con metabolismo sensibile. I prati soggetti ad eccessivo pascolamento possono infatti contenere tossine, create dagli endofiti, che influiscono negativamente sul metabolismo del cavallo.
Se ci si prende regolarmente cura del pascolo, il loietto non sarà sottoposto a stress e non produrrà tossine. A causa della sua appetibilità, ma anche della sua resistenza alla siccità e al calpestio, il loietto viene utilizzato volentieri come semente per il pascolo equino.
Visto l’alto contenuto di fruttani del loietto, è consigliabile far pascolare i cavalli con malattie preesistenti o sovrappeso e con metabolismo sensibile su pascoli privi di questa pianta, oltre a garantire loro un’attività fisica sufficiente. Sono infatti disponibili sul mercato speciali sementi prive di loietto. I cavalli sani non dovrebbero avere problemi con il questa pianta erbacea, a condizione che la loro dieta sia adeguata alla loro attività fisica.
Piante velenose per i cavalli – conoscerle ed evitarle
Le piante velenose contengono alcaloidi che solitamente, a causa del loro sapore amaro, allontanano i cavalli. Queste piante, oltre un determinato quantitativo, possono infatti essere tossiche o addirittura letali. La tossicità delle piante varia in base al contenuto di veleno che, a sua volta, dipende dalla fase vegetativa, dall’insolazione, dalla concimazione, dalle condizioni atmosferiche e dalla consistenza del terreno.
La convinzione che i cavalli siano in grado di evitare intuitivamente le piante velenose non è del tutto esatta. Infatti, solo in determinate fasi del loro ciclo vitale, le piante velenose rilasciano una quantità di alcaloidi tale da permettere al cavallo di riconoscerle. La situazione diventa tuttavia molto complicata quando il foraggio scarseggia ed i cavalli sono particolarmente affamati, il che può facilmente portarli a mangiare le piante sbagliate. Inoltre, i cavalli che non hanno potuto imparare da altri cavalli esperti, ad esempio perché sono cresciuti da soli o in un branco di soli puledri, non possono beneficiare dell’esperienza fornita dai cavalli più anziani.
Controlla sempre il pascolo e tieni gli occhi ben aperti durante le passeggiate così da evitare le seguenti piante velenose:
Colchico d’autunno – altamente tossico
Il velenosissimo colchico d’autunno può essere letale a partire da una dose di 50 g, anche quando essiccato all’interno del fieno. Il colchico d’autunno si presenta senza fiori sia in primavera che durante tutta l’estate, motivo per cui può essere facilmente confuso con l’innocuo aglio orsino (attenzione: rischio di confusione!). Da agosto fino ad ottobre compaiono i fiori a forma di calice. Il metodo più efficace per rimuovere il colchico consiste nell’estirpare le piante all’inizio di maggio e distruggere i bulbi.
Senecione di San Giacomo – altamente tossico
Il velenosissimo senecione di San Giacomo è purtroppo spesso presente in diversi pascoli equini ma, grazie al suo stelo marrone è possibile distinguerlo dall’erba di San Giovanni, solo leggermente velenosa. Il senecione di San Giacomo è letale a partire da 40-80 g ogni kg di peso corporeo, poiché causa gravi danni epatici. Quando la pianta è giovane, i cavalli la evitano per via del suo odore sgradevole. Tuttavia, se essa è contenuta nel fieno perde il suo sapore amaro, ma non la sua tossicità, motivo per cui i cavalli la ingeriscono inconsapevolmente rischiando di morire! Il senecione di San Giacomo si diffonde facilmente e dovrebbe essere rimosso prima della fioritura.
Ranuncolo – tossico
Il ranuncolo è una pianta velenosa dai fiori gialli, solitamente presente nelle aree umide e nei prati sovrapascolati. I cavalli mangiano i ranuncoli solamente quando non hanno altro a disposizione, motivo per cui questa pianta si diffonde rapidamente. Se essiccato, il ranuncolo perde la sua tossicità.
Tasso – altamente tossico
Il tasso è altamente velenoso e letale già a partire da piccole quantità. Un cavallo potrebbe infatti morire se ingerisce 100-150 g di questa conifera dalle bacche rosse e semi neri. Aghi, bacche, semi, corteccia e piccoli rami possono causare la morte in pochi minuti per arresto cardiaco. Il tasso si trova spesso vicino alle recinzioni dei pascoli e dei sentieri nei boschi.
Acero montano – tossico
I semi ed i cotiledoni dell‘acero montano sono velenosi e possono causare malattie neuromuscolari (miopatia atipica) che possono avere conseguenze letali. In primavera, quando il manto erboso non supera ancora i 10 cm, i cavalli potrebbero accidentalmente ingerire i cotiledoni. Durante l’autunno sono invece le disamare (frutti dell’acero) ad essere pericolose in quanto i cavalli le mangiano quando non hanno più a disposizione erba nel pascolo. È dunque consigliabile foraggiare del fieno ai cavalli in queste circostanze. I sintomi dell’avvelenamento da acero montano possono differire da cavallo a cavallo. Il quantitativo necessario all’intossicazione può essere tra 32 e 9.000 semi.
Digitale – altamente tossica
La digitale, con i suoi vistosi fiori colorati, è estremamente velenosa, sia fresca che essiccata. Se presente all’interno del fieno, appena 25 g possono essere letali, ed anche 100 g di foglie fresche sono fatali per il cavallo.
Bosso – altamente tossico
Il bosso viene spesso utilizzato a scopo decorativo alle gare e viene solitamente tagliato in modo molto creativo. In realtà questa pianta dovrebbe crescere il più lontano possibile dai cavalli poiché una dose di 700-900 g di foglie può essere letale. Oltre ai crampi, il bosso provoca anche paralisi, che causa la morte per arresto cardiaco e respiratorio.
Tuia – altamente tossica
Anche la tuia è un arbusto decorativo molto utilizzato alle gare. Questo albero o arbusto ha delle piccole pigne allungate o rotonde ed ha un odore particolarmente aromatico, ma è altamente velenoso. Appena 500 g di tuia sono infatti letali per il cavallo.
Robinia – altamente tossica
La robinia è un albero dai fiori colorati che fioriscono tra maggio e giugno e sono riuniti in grappoli penduli. I semi invece si trovano all’interno di baccelli marroni-rossastri. Il veleno è contenuto nella corteccia, che, in una dose di soli 150 g, può essere letale per il cavallo. Poiché il legno ha una profumazione ed un sapore dolciastro, è facile che venga mangiato dai cavalli. Il legno di robinia non deve mai essere utilizzato come legno da mordicchiare o per la costruzione delle scuderie!
Anche le seguenti piante sono tossiche:
- Rovere
- Felce/felce aquilina
- Cicuta maggiore
- Belladonna
- Maggiociondolo
- Berteroa comune
- Edera terrestre
- Lauroceraso
- Equiseto palustre
- Adonis
- Mughetto
Come gestire le piante velenose in un pascolo equino?
Fai pascolare il tuo cavallo solamente nei pascoli che sai essere privi di piante velenose. Non lasciate mai pascolare il vostro cavallo in prati e pascoli che non conoscete. Lo stesso vale per le pause durante una lunga passeggiata.
Il modo migliore per proteggere i cavalli è individuare le piante velenose e rimuoverle immediatamente. È necessario controllare anche i prati da sfalcio utilizzati per la produzione di fieno per verificare la presenza di piante indesiderate. Molte piante velenose, come il colchico d’autunno, non perdono le loro tossine una volta essiccate, bensì le loro sostanze amare. Pertanto, il cavallo non sarà più in grado di distinguere tra ciò che è commestibile e ciò che è velenoso.
Controlla regolarmente il prato del tuo cavallo durante la stagione di pascolo e rimuovi le piante indesiderate. Le piante velenose devono infatti essere rimosse prima che si formino i semi, così da evitare che si diffondano ulteriormente.
Attenzione!
Alcune piante velenose, a contatto con la pelle, possono causare irritazioni cutanee. Non toccare mai una pianta velenosa se non indossi i guanti. Solo così potrai evitare che le tossine entrino nell’organismo attraverso ferite aperte o la pelle.
Come comportarsi se il cavallo ha ingerito una pianta velenosa?
Se, nonostante tutte le precauzioni, il cavallo ha ingerito parti di piante tossiche, bisogna agire rapidamente:
- Allontanare il cavallo dall’area in cui ha mangiato la pianta velenosa
- Fornire al cavallo acqua a sufficienza
- Contattare il veterinario
- Raccogliere tutti i pezzi della pianta velenosa per mostrarli al veterinario
In caso di problemi, mettete a disposizione del veterinario le seguenti informazioni:
- Quali piante ha mangiato il cavallo e in che quantità?
- Che sintomi mostra il cavallo? Disturbi dell’equilibrio, insufficienza respiratoria, battiti accelerati, tremore muscolare, salivazione eccessiva, crampi, paralisi o coliche.
La quantità e la tipologia di veleno ingerito determinano le tempistiche con cui compaiono i sintomi e la loro gravità. Se il veleno si accumula gradualmente nell’organismo a causa di un’assunzione regolare, gli effetti delle piante velenose ingerite possono comparire addirittura diversi mesi dopo. Risalire alla causa diventa quindi davvero complicato. La misura preventiva più efficace è quella di controllare regolarmente i pascoli così da proteggere il proprio cavallo da possibili avvelenamenti.